È stato il primo maestro «russo» della Scuola di Seriate, e ha allargato gli orizzonti a intere generazioni di iconografi, in Russia e in tutto il mondo, aiutandoli a ripercorrere la via e i segreti della pittura di icone, a ritrovare l’angolatura, la prospettiva da cui gli antichi maestri vedevano e creavano le proprie opere. Storico dell’arte, iconografo e restauratore, nella sua lunga esperienza lavorativa (che continua ancora, a ottantacinque anni suonati!) Adol’f Ovčinnikov ha accumulato una mole immensa di materiali: calchi, copie e ricostruzioni di icone e di affreschi, fotografie e studi – bilancio di oltre 60 anni di ricerche, spedizioni, restauri.
Il Centro di Restauro scientifico Igor’ Grabar’ di Mosca ha inaugurato il 15 febbraio scorso, proprio nel centro della città (Prečistenskij per.), un bellissimo spazio espositivo dove saranno accessibili ai visitatori e agli studiosi gli archivi di Ovčinnikov e si susseguiranno a rotazione mostre di parte delle sue opere. All’inaugurazione il direttore del Centro Grabar’, Dmitrij Sergeev, ha sottolineato come Ovčinnikov abbia proseguito e sviluppato la tradizione del glorioso centro di restauro fondato da Grabar’ esattamente un secolo fa: non si tratta, infatti, semplicemente di conservare la memoria di un grande passato ma di formare culturalmente e artisticamente nuove generazioni, permettendo loro di scoprire un linguaggio che affonda nella tradizione aprendosi a nuove possibilità creative.
Da parte sua, Adol’f Ovčinnikov ha fatto rilevare di aver studiato e riprodotto interamente gli affreschi di otto chiese (in Russia e in Georgia): metà di queste pitture oggi non esistono più, a causa dei danni del tempo e degli agenti atmosferici, e anche di «furti su commissione» di antiquari e collezionisti. Il suo è un appello a salvaguardare il patrimonio artistico, e nel contempo a percepire il lavoro dell’iconografo e del restauratore in tutta la sua responsabilità; se non è così, senza questa dedizione e fedeltà agli antichi di cui si ripercorre il cammino, non si può parlare realmente di icona, si resta dei dilettanti e degli imitatori esteriori. L’esposizione attuale, che si avvale degli ampi spazi di un ex atelier di scultura, vuol rappresentare nella misura del possibile l’interno di una chiesa orientale di epoca medioevale. Inoltre, le opere esposte (circa la centesima parte delle oltre 1600 composizioni dipinte da Ovčinnikov) mostrano le varie fasi di sviluppo dell’affresco: si parte dagli antichi monasteri georgiani di Sabirebi e Ači dell’VIII-XII secolo, per arrivare alla chiesa di San Giorgio a Staraja Ladoga (XII secolo), e infine alla chiesa georgiana di Betania del XIII secolo. Sempre in mostra, è possibile vedere un documentario sul lavoro di restauro, secondo tecniche e modalità impiegate al Centro Grabar’.
Il direttore dell’Iconoteca, Aleksandr Gormatjuk, ha illustrato alcuni dei progetti che si vorrebbero sviluppare nel nuovo centro, facendo seguito a un’intuizione geniale di Ovčinnikov, in un’epoca in cui il termine stesso di «arte sacra» era bandito dai testi sovietici di storia dell’arte: «Fin dall’inizio degli anni ’60 Adol’f Ovčinnikov aveva in mente di creare un data base sull’arte sacra, che potesse serbare un patrimonio di valore incalcolabile e contribuire alla formazione di una nuova generazione di specialisti». Di conseguenza, un forte accento nel nuovo centro sarà posto su «lezioni, master-class, seminari. L’Iconoteca dovrebbe diventare una specie di “centro di riabilitazione” per iconografi, in cui essi possano vedere com’era realmente l’arte cristiana più antica, comprenderla e apprezzarla a fondo».
Una grossa occasione anche per gli iconografi italiani, che la Scuola iconografica di Seriate sta già prendendo in considerazione. Speriamo a breve termine di poter formulare una proposta ad allievi e iconografi interessati!
Giovanna Parravicini
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