Viaggio in Russia 2018

Quest’anno abbiamo pensato, come Scuola Iconografica, di proporre agli allievi un viaggio in Russia. Molte erano le ragioni per partire: la prima, per partecipare alla celebrazione liturgica nel primo anniversario della morte del nostro maestro, il monaco Pavel. La seconda, per rivedere la bellezza che avevamo visto durante i nostri stages a Pskov con padre Zinon, rivedere dal vivo le icone che avevano sempre visto solo sui libri, ed infine per incontrare il nostro primo maestro russo, il carissimo Adol’f Ovčinnikov.
Siamo quindi partiti in 34, fra iconografi e amici, alla fine di settembre per Mosca, una città bellissima, enorme e con un traffico pazzesco. Nonostante il poco tempo a nostra disposizione abbiamo visitato molte cose uniche, dal Cremlino, dove sulla piazza delle Cattedrali abbiamo avuto anche la sorpresa di una spettacolare parata della guardia a cavallo – al monastero di Andronik, un’oasi di pace e di verde nel cuore di Mosca. Qui ha vissuto il monaco Andrej Rublev, e sono conservate molte icone antiche e molti oggetti liturgici in uno spazio davvero suggestivo. Siamo stati al Centro culturale Biblioteca dello Spirito, dove ci attendeva Irina Jazykova, una storica dell’arte che è stata fra i curatori della mostra sulle «Icone dei santi della Chiesa indivisa», cui hanno partecipato anche alcuni dei nostri iconografi. Per non parlare poi della Galleria Tret’jakov, dove ci sono le icone più belle e più famose: non si finiva più di guardare, e ne siamo usciti solo per andare nella cappella che ora custodisce l’icona della Madre di Dio di Vladimir, dove ci siamo fermati a pregare.

L’incontro con A. Ovčinnikov.

Ma le emozioni non sono finite qui: l’incontro che ci ha commossi di più, soprattutto noi «vecchi», è stato quello con Ovčinnikov, il nostro primo maestro russo, che ora è anziano e fragile, ma ancora pieno di energie: tutti i giorni va al Centro di Restauro Grabar’, come ha fatto per tutta la vita! Ci ricorda tutti molto bene e ci ha incoraggiati a continuare il nostro lavoro. «Mi raccomando i calchi, e continuate a dipingere insieme, l’icona è un frutto della comunione», è stato il suo saluto.
Prima di lasciare Mosca siamo andati al monastero della Trinità di san Sergio, dove siamo riusciti a visitare la famosa scuola di iconografia esistente al suo interno (tre anni, residenziali, a cui seguono per molti anche due anni di specializzazione). Dopo la visita al monastero e il bacio alle reliquie di san Sergio siamo andati a Semchoz, il villaggio dove viveva padre Aleksandr Men’, sul luogo dove è stato ucciso. Padre Aleksandr era un sacerdote molto acuto e affascinato da Cristo, vivo e presente. Così pieno della gioia di questa Presenza, fin dagli anni ’60 ha saputo a sua volta affascinare i parrocchiani e tutti quelli che, sentendone parlare, lo venivano a trovare. Dopo la perestrojka è stato al centro dell’attenzione dei media ed è diventato l’anima della rinascita religiosa, finché il 9 settembre 1990 ignoti lo hanno ucciso a colpi d’ascia mentre si recava a celebrare la messa. Ora sul luogo in cui è stato colpito a morte sono sorte una cappella e una chiesa più grande – entrambe affrescate da padre Zinon – per accogliere le molte persone che gli rendono omaggio, come abbiamo fatto noi.

In serata, partenza in treno per Pskov dove siamo arrivati in tempo per assistere alla liturgia funebre per Pavel; poi, insieme a padre Evgenij, il parroco, al fratello di Pavel padre Sergej e ai suoi amici siamo andati al cimitero di Gverson, per la celebrazione di una funzione di suffragio sulla tomba, e poi nel luogo in cui sorgeva la casa di Pavel e dove si è consumata la sua vita un anno fa; abbiamo rivisto, lì, la cappella in pietra ispirata all’arte romanica progettata da padre Zinon, e al suo interno i canti gregoriani da noi cantati si sono alternati con i canti slavi cantati dalla comunità di Pavel. La sera c’è stato un intenso incontro con gli amici russi, fra cui attori, scrittori, gente comune ed artisti, desiderosi di condividere con noi l’amicizia vissuta con Pavel. La mattina dopo abbiamo fatto una breve visita di Pskov, per rivedere i luoghi dove padre Zinon ci faceva lezione, l’albergo dove alloggiavamo, la chiesa di San Giovanni Battista dove spesso ci recavamo la sera… insomma un piccolo revival, conclusosi in bellezza con la visita allo splendido monastero della Trasfigurazione sulla Miroža, del XII secolo, con affreschi straordinari e in un parco lungo la Velikaja, il fiume di Pskov, davvero incantevole.

Poi San Pietroburgo, l’Ermitage, la visita alla città di notte, un finale in crescendo, per cui siamo tornati stanchi ma davvero felici, grati delle belle cose viste e della passione con cui la nostra guida, Giovanna, ci ha accompagnati per percorsi ed incontri straordinari.

 

La gallery

 

 

 

I commenti sono chiusi.