Da cinque anni, il primo di maggio, nel giorno della Festa del Lavoro, gli amici del Progetto “Solidarietà Lavoro” di Biassono, propongono un pellegrinaggio a piedi, al santuario della Madonna delle Grazie a Monza. Il condividere il bisogno dell’altro per condividerne, in un gesto d’amore, il comune senso della vita, è quello che muove questi amici ad affidare a Gesù attraverso la Madonna il loro lavoro, la loro vita e la vita delle persone che incontrano. Il pellegrinaggio, l’affidarsi a Maria, è il segno del desiderio, di questo comune abbraccio di solidarietà, di amicizia, nell’appartenenza ad un popolo in cammino, che è segno di speranza per tutti.
Spesso dicevo a questi miei amici che non vedevo differenza tra il loro impegno e la mia “avventura” alla Scuola di Seriate: lo sguardo che loro hanno verso le persone che incontrano e il mio verso l’icona che sto eseguendo è lo stesso, è lo sguardo ad un mistero che, ad ognuno in una forma diversa, ci interpella, ci commuove, e ci fa muovere, questo mistero ha un nome: Gesù. Perciò quest’anno ho proposto loro di portare in pellegrinaggio l’icona del Pantocratore del Sinai e l’icona della Madre di Dio di Vladimir, che avevo eseguito con l’aiuto dei maestri e in particolar modo di Pavel.
Un popolo in cammino, più di 150 persone. Un gesto semplice fatto di preghiera, canti, meditazioni, contemplazione delle icone – un amico, che ha fatto tutto il pellegrinaggio fissando lo sguardo sull’icona della Madre di Dio di Vladimir, mi ha detto: “Sembrava che la Madonna mi parlasse”.
Questo gesto ha espresso una fede, una unità, una grande amicizia palpabile, incontrabile per chi ci incrociava (molte persone al passaggio delle icone facevano il segno della croce). Una fatica condivisa nel preparare il tutto, ma anche una bellezza che si palesava nelle icone trasportate che ci precedevano all’ombra della Croce. Un segno di speranza per chi ci incontrava tra una bancarella e un’altra, tra una corsa e un’altra, sorpresi da questa compagnia guidata al Destino.
Carlo Meregalli
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