L’icona nel paese dei soviet

L’icona nel paese dei soviet

Un’operazione paradossale e spregiudicata del giovane Stato sovietico: promuovere in Occidente una colossale pubblicità dell’icona, a dispetto dei propri principi atei e antireligiosi, per crearle un mercato internazionale e pagare così i costi dell’industrializzazione.

Un’agile pubblicazione di Elena Osokina, Le sorti delle icone nel paese dei soviet. Anni ’20-30, ha il merito di focalizzare un fenomeno paradossale, di cui finora si è parlato poco: com’è nato il mercato dell’icona, solo pochi decenni fa sconosciuta ai più in Occidente come genere artistico e considerata in Russia un oggetto di culto privo di valore estetico?

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