Dal 21 al 28 maggio un gruppo di iconografi della scuola di Seriate si è recato in Cappadocia per un viaggio di approfondimento e formazione sui tesori artistici dei primi secoli cristiani. In Cappadocia ha predicato San Paolo e sono vissuti padri della chiesa come Basilio di Cesarea, Gregorio di Nissa e Gregorio di Nazianzo che hanno fatto della regione un terreno fertile per la diffusione del cristianesimo.
Il gruppo è stato accompagnato da Sergej Šichačevskij, fotografo ed esperto di arte che ha studiato a fondo le pitture contenute nelle splendide chiese rupestri della regione, e Giovanna Parravicini, ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. In Cappadocia sorprende l’enorme varietà artistica degli edifici sacri: da quelli più antichi risalenti al V-VI secolo, a quelli più tardi del XII secolo, da quelli più ricchi di pitture a quelli più spogli e ricercati per lo stile architettonico. Si tratta infatti di un grande laboratorio artistico per capire come tradurre in modo convincente la verità cristiana ai contemporanei. L’arte della Cappadocia – i cui studi sono ancora alle fasi iniziali – è un’esperienza particolare e variegata, che ha subito molte influenze per la posizione della regione situata in una sorta di crinale fra l’Oriente e l’Occidente.
In Cappadocia si alternano paesaggi suggestivi per via delle particolari conformazioni rocciose dovute a eruzioni vulcaniche, e valli con boschi e canyon ricchi di sorgenti. Ovunque possono trovarsi chiese incastonate nella roccia che riproducono lo schema classico delle chiese tradizionali. La pietra veniva, infatti, scavata dall’interno, grazie ai costruttori che si recavano fino al punto più alto dell’edificio e poi scendevano verso il basso modellando poi gli elementi architettonici.
Durante il viaggio gli iconografi hanno incontrato anche l’esperienza viva di due missionari che vivono da molti anni in Turchia: un padre gesuita e una suora in missione a Konya che hanno raccontato delle sfide del rapporto con l’Islam e di come la loro vita cristiana consiste nello stare accanto alla chiesa madre, perché «se la radice soffre, soffre anche l’intero albero». Durante le visite alle chiese ci sono stati momenti di canto e preghiera, e alla fine del viaggio un momento di assemblea tra i partecipanti. Come ha detto uno di loro: «Non abbiamo solo visitato chiese, ma abbiamo incontrato la testimonianza dei primi cristiani e condiviso la loro fede».
Per approfondire: Un paradiso nella pietra • Libro calendario 2024