In viaggio tra Friuli e Venezia

Dall’8 al 10 marzo un gruppo di iconografi e amici di Russia Cristiana ha partecipato a un viaggio in Friuli prima di raggiungere la laguna di Venezia per partecipare al convegno «In dialogo a Venezia. Occidente e Orienti». Aquileia, Grado, Cividale e Cercivento hanno fatto da sfondo a tre giorni di incontri col ricchissimo patrimonio artistico e culturale conservato in quei luoghi. Ad Aquileia, uno dei primi centri di irradiazione del Cristianesimo

Mosaici di Aquileia.

anche grazie al sacrificio di molti martiri, siamo stati accompagnati da don Carlo, sacerdote di Udine e profondo conoscitore dei tesori locali. La nostra visita è iniziata con l’antico battistero e il rinnovo delle promesse battesimali. La coscienza del dono del battesimo per i primi cristiani era così forte, che non di rado nelle epigrafi funerarie si poteva riconoscerne la raffigurazione, e leggere che il defunto era morto in pace perché battezzato. Aquileia conserva il più antico ed esteso pavimento paleocristiano al mondo con mosaici d’inizio del IV sec. Molto famose sono le raffigurazioni mosaicali della pesca miracolosa che ospita una ricchissima varietà di pesci (triglie, branzini, polipi, ecc.) come a dire che l’annuncio della salvezza non esclude nessuno, ma è davvero per tutti, e quella del buon pastore che, originariamente collocata di fronte all’ingresso della basilica, parlava al fedele di un Dio che era disposto a lasciare tutto per andargli incontro.
Cercivento è stata la nostra seconda meta; lì mosaici, dipinti e fotoceramiche realizzate sulle pareti delle case hanno fatto di questo piccolo borgo di montagna una vera e propria

Cividale, Altare di Ratchis.

«Bibbia cielo aperto», come si chiama il progetto pastorale e artistico realizzato dalla parrocchia e dal comune con lo scopo di favorire l’incontro di abitanti e visitatori col testo biblico. Tra gli autori dei bozzetti ci sono iconografi del Centro Aletti di Roma, e Paolo Orlando, uno dei maestri della Scuola di Seriate.

Per le vie di Cividale, città che sorge sul fiume Natisone, siamo stati guidati da Paola Parpinel prima al museo cristiano che conserva l’ara di Ratchis, capolavoro longobardo e oggetto di importanti studi sui colori (azionando un pulsante si proiettano sul monumento le policromie originali del VIII secolo), e al monastero di Santa Maria in Valle che custodisce il celebre Tempietto longobardo. Questi monumenti segnano una nuova pagina di storia rispetto ad Aquileia, quando nel VI secolo la città (in epoca romana Civitas Forii Iulii, da cui il nome Friuli), venne designata da re Alboino come capitale del primo ducato longobardo in Italia.
L’indomani siamo partiti alla volta di Venezia con una breve sosta a Grado che, a differenza di Cividale, visse, a partire dall’epoca di Giustiniano, nell’orbita bizantina. Lì abbiamo visitato il complesso delle basiliche di Santa Maria delle Grazie e Santa Eufemia, del VI secolo.


I giorni veneziani sono stati scanditi dagli incontri del convegno «In dialogo a Venezia. Occidente e Orienti» che si è svolto dal 10 al 12 marzo presso la sala degli Angeli della Scuola Grande di San Marco. Un evento che asseconda la vocazione di Venezia di essere una città cardine tra l’Oriente e l’Occidente, crocevia e punto di contatto fra tantissimi popoli. A Venezia si sono ritrovati studiosi che a più livelli hanno approfondito il tema fondamentale del dialogo fra Oriente e Occidente, nella sua peculiarità veneziana.

San Marco, mosaici.

Per i partecipanti al convegno è stata organizzata una visita guidata serale e suggestiva ai mosaici illuminati della basilica di San Marco, e alla mostra di icone «Amore fa queste cose», ospitata fino al 25 marzo nella sala dell’albergo della Scuola Grande di San Marco. Inoltre, per l’occasione, a Venezia si è riunito anche il coro di Russia Cristiana diretto che ha tenuto un concerto sotto la direzione di Zoya Tuchmanova dal titolo «La venerazione della madre di Dio tra Oriente e Occidente» e cantato la Divina Liturgia in rito bizantino-slavo nella chiesa di San Lazzaro dei mendicanti. «Quello che ci ha più colpito – raccontano alcuni partecipanti – è stato percepire un impegno corale di più ambiti della realtà di Russia Cristiana, percepire un’unità preziosa. Quello che abbiamo incontrato è una bellezza che è bello far conoscere e incontrare». «È stata una grande esperienza di cultura, bellezza e comunione con molti amici», aggiunge un’iconografa della scuola.

Concerto del coro di Russia Cristiana.

Lunedì 13 e martedì 14 per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti sono stati proposti due momenti di workshop su diversi temi legati all’icona. Le relatrici hanno approfondito in particolare l’iconografia dei volti e incontrato studenti molto curiosi e interessati.

Sono stati giorni ricchissimi di incontri e spunti.

Grazie a tutti i partecipanti!

Sfoglia la gallery

I commenti sono chiusi.