Si è conclusa con la benedizione delle icone la settimana di corsi di iconografia in villa Ambiveri che quest’anno si è svolta dal 23 al 31 luglio. Gli allievi, suddivisi in 3 gruppi in base al livello, hanno lavorato intensamente sotto la guida dei maestri della scuola. Oltre che dal lavoro, le giornate sono state scandite dalla preghiera comune, dalla celebrazione dell’eucarestia e da momenti di convivialità.
I corsisti del primo anno si sono cimentati in esercitazioni grafiche, di composizione, sul calco, sull’uso dei materiali (tavola e colori), al fine di acquisire le abilità tecniche di base del linguaggio pittorico e simbolico dell’icona. Gli allievi del corso avanzato si sono invece dedicati al completamento dell’icona del Pantocratore o della Madre di Dio della Tenerezza iniziate nelle precedenti sessioni di lavoro.
Inoltre, per tutti, sono stati proposti seminari e lezioni di approfondimento su vari temi: ad esempio sulla Street Art religiosa a Mosca, sul significato di alcune parole legate all’arte, su alcune tele raffiguranti la Madonna custodite alla Biblioteca Ambrosiana, sulla guerra in Ucraina, sul valore dell’incontro con l’icona per la vita di ciascuno, come è emerso in particolare dalla testimonianza di Paola Cortesi, per tanti anni maestra e direttrice della scuola iconografica.
Domenica 31 luglio le icone dei corsisti sono state benedette durante la Divina Liturgia celebrata nella cappella di Villa Ambiveri.
Dal 1 al 6 agosto gli atelier della scuola sono rimasti aperti per gli allievi che hanno voluto continuare un lavoro già iniziato, o approfondire una tematica sotto la guida di un maestro. In particolare, quest’anno la proposta è stata la pittura di alcuni elementi che nell’icona sembrano sempre secondari: piante, montagne, animali, architetture.
«Abbiamo raccolto una serie di immagini di questi elementi da varie icone e ci siamo messi a studiarli – spiegano i maestri. Innanzitutto attraverso il ricalco e il disegno, poi osservando le luci, e realizzando provini sulla tavola usando tempere all’uovo. Di solito nella pittura di icone, i volti hanno giustamente la priorità, e capita che questi elementi “secondari” si facciano un po’ di corsa. In realtà, hanno una loro importanza ed è bello che vengano fatti bene, perché nell’icona ogni cosa ha una sua simbologia. Basti pensare all’iconografia dell’episodio di Gesù alla colonna e all’importanza delle rocce su cui la colonna è stata infissa , o all’icona della crocefissione dove spesso compare il muro di Gerusalemme, o ancora a quella della Natività».
La tecnica proposta per realizzare rocce, piante o edifici, è la stessa della pittura delle figure umane, ma, nel caso di questi elementi, l’attenzione si focalizza sulle forme, le luci, i chiari e gli scuri. La pittura è per velature di colore: prima di tutto si realizza il disegno col nero, poi si studiano le ombre (sempre col nero del disegno), infine si applicano i colori a strati. Su tutta la superficie del disegno si dà un colore di fondo che dovrà trasparire attraverso i colori che verranno dati sopra. Per questo si procede per velature leggere e trasparenti: per dar modo ai colori che sono sotto di contribuire a creare quelli che sono sopra, e il colore finale. In questo modo c’è un’armonia, perché ogni colore non è a sé, ma viene mescolato con gli altri, rientrando nella loro composizione.
Gli allievi hanno mostrato entusiasmo per le proposte dei maestri: «Sono elementi che finora non avevo mai affrontato – racconta una di loro. Sono sicura che mi torneranno utili quando proverò a dipingere icone più complesse, ad esempio quella della natività, o dell’Annunciazione, dove il tipo di architettura è particolare».
Al prossimo anno!
Il video con alcune foto dei corsi: